1 - Meditazione Cristiana
di Enrico Loria
Cari amici,
è con grande gioia che scrivo queste righe sulla meditazione, essendo riuscito ad andare al di là di tutte le divisioni che ai miei occhi appaiono non solo nella vita pratica quotidiana nei diversi settori, anche nel campo della spiritualità vissuta dagli uomini.
Meditare significa unire.
La meditazione è il tentativo dell'uomo di andare oltre le divisioni che spontaneamente insorgono. Significa unire le varie parti del proprio sé, ed integrarle alla luce dello Spirito d'amore. Significa unire corpo ed anima, portando l'uno verso l'altra. Significa trovare unione con l'altro nella relazione interpersonale. Significa unirsi con la pace interiore che da sempre risiede nel profondo di tutte le persone. Significa sentirsi uniti ed in armonia con l’assoluto.
Perché la meditazione è cristiana?
Molti possono obiettare che con tali presupposti di universalità la meditazione trascenda qualsiasi etichetta che possa connotare un singolo gruppo umano. Pur essendo vero questo, l'esperienza del Cristo ed il suo messaggio sulla terra ci portano proprio a riconoscere questa profonda verità di pace ed amore che qualsiasi persona che si converta possa sperimentare. Cristo è venuto per salvarci, per liberarci dalla schiavitù, andando al di là del fatto che per l'uomo fosse per sua natura difficile riconoscere la presenza del Padre comune. Ha fatto il dono di dare a chiunque lo seguisse l'unione con Lui. In questo senso la meditazione è allo stesso tempo trascendentale e cristiana. E' il punto dove cielo e terra possono incontrarsi.
Perché la meditazione può essere praticata all'interno della nostra chiesa cattolica?
Si pensa alla meditazione come ad una esperienza esotica perché è soprattutto in oriente che si è coltivata la pratica fin dall'antichità. Pur essendo vero che anche nella cristianità esiste fin dall'antichità la pratica del silenzio, come testimoniano le vite dei padri del deserto, è pur vero che soprattutto in oriente si è data rilevanza a questa particolare modalità di esperienza spirituale. La tradizione del silenzio e del distacco dalle logiche terrene è da sempre presente nella pratica cristiana sia nella vita dei monaci che anche delle persone comuni. E' vero però che l'uomo moderno ha da recuperare la pratica della contemplazione, per uscire dalla distrazione che deriva dallo stile di vita frenetico della nostra epoca. E' auspicabile la progressiva formazione di "laici contemplativi" che inseriti nella vita comune possano testimoniare con il loro stile di vita la verità del messaggio d'amore di Cristo.
Praticare la meditazione nella chiesa, sia intesa come tempio che come comunità, è essenziale per il cammino dell'umanità verso la comune esperienza di Dio dentro di sé. Non è pensabile ad una umanità convertita ad una unica religione, ne tanto meno ad una umanità divisa nelle diverse culture ed ideologie. Ritrovarsi nella "comune umanità" allora significa fare una esperienza comune della Sua presenza nelle diverse pratiche religiose, diverse per cultura e ritualità.
Meditazione quindi come esperienza che unisce, che unisce l'uomo a se stesso, agli altri, a Dio, e che lo aiuta ad andare oltre le ferite che fin dall'infanzia lo hanno condizionato ad una mera logica di sopravvivenza e di interesse, quella in cui io stesso in questo momento che sto scrivendo, sono per la mia condizione umana inserito. Ma con una parte del mio essere intuisco la verità dell'amore, e desidero ardentemente coltivarla, anche con la pratica della meditazione, insieme alle persone che condividono questo cammino. Voglio vivere l'esperienza della meditazione nella mia chiesa, quella che fin da bambino per il merito delle persone che mi hanno educato, ho avuto la fortuna di apprezzare.