11 - Meditazione Cristiana e purificazione
di Enrico Loria
Cari amici,
quando desideriamo compiere qualsiasi cammino spirituale uno degli obiettivi che desideriamo è purificarci, rendersi puri come la neve, come bambini; queste sono le metafore che ci vengono rappresentate. Ma cosa significa concretamente purificarsi?
Il presupposto è che ci sia qualcosa di impuro dentro di noi. Questo è difficile da accettare e da capire, e il rischio è o di sentirci "profondamente indegni" se pensiamo di essere impuri, o al contrario di negare a noi stessi la presenza di questa impurità perché vista come inaccettabile. In entrambi i casi il processo di crescita interiore si arresta.
In cosa consiste l’essere impuri?
E’ noto a tutti quale possa essere la conseguenza di esperienze infantili dolorose per la nostra psiche. Quando subiamo qualcosa che per noi viene vissuta come negativa, abbiamo necessità di difenderci utilizzando le poche risorse a nostra disposizione. Se il nostro tentativo di opporci per affermare noi stessi fallisce nonostante i nostri sforzi, si fa una esperienza "traumatica", ovvero si innescano fantasie, propositi, convinzioni, decisioni, associate a particolari emozioni e a particolari comportamenti, che nel complesso costituiscono un importante "nucleo organizzato" memorizzato profondamente nella nostra psiche. Se l’esperienza traumatica è ripetitiva l’organizzazione e la strutturazione di questo nucleo diventa più solida e pervasiva. Questo nucleo rimane attivo durante tutto l’arco della nostra vita, ed agisce al di là della nostra consapevolezza.
In che modo questo è collegato al bisogno di purezza?
Gli eventi traumatici spezzano la nostra innocenza. Agiscono sul nostro Io e sul nostro corpo organizzando e stimolando meccanismi di difesa che ci consentano di sopravvivere, e di rimanere se possibile in relazione con i nostri persecutori visto che la mancanza di autonomia tipica dell’infanzia ci rende impossibile distaccarcene. Inoltre il nostro bisogno della relazione con l’altro ci fa preferire una situazione negativa ad un doloroso isolamento (nei casi peggiori l’isolamento si realizza). Il sentimento di odio e risentimento, di tristezza e di paura, di delusione ed impotenza, che non possono non essere vissuti durante queste esperienze, diventano parte integrante del nostro essere. Tutti questi sentimenti probabilmente coprono un sentimento più profondo, di miseria e di morte. L’amore che siamo chiamati a vivere, unica cosa che ci dà pieno significato, viene adombrato da inevitabili sentimenti di odio, parte integrante del nostro essere.
Cosa ha che fare tutto ciò col cammino spirituale?
Lavorando in senso psicologico su queste esperienze, rimane una decisione di fondo con cui dobbiamo fare i conti. Se da un lato diventiamo più capaci di procedere per affrontare la vita, da un altro lato ci rimane la scelta del significato da dare alla nostra vita. Con il lavoro psicologico il rischio è di "buttare via anche il bambino insieme all’acqua sporca". Il lavoro psicologico ci libera dalla schiavitù derivante dal desiderio di essere ripagati per i torti subiti. Il problema è come utilizzare tale distacco acquisito per amare l’altro, piuttosto che per porre barriere. La meditazione portandoci verso una profonda visione del significato della vita, bene si integra nel cammino di crescita interiore favorendo il pieno recupero dei valori che da sempre risiedono nel profondo del nostro essere.
Come fare?
Possiamo sempre sopravvivere senza amare, me se vogliamo amare dobbiamo fare i conti con il prezzo che questo comporta. Per potere fare i conti con questo prezzo, e scegliere se accettarlo, dobbiamo avere la possibilità di essere consapevoli del nostro odio e delle caratteristiche con il quale si manifesta. Andare al di là delle nostre ferite, come ci viene testimoniato da coloro che sono andati avanti in questo processo di purificazione, è possibile di solito solo dopo che i nuovi eventi della vita ci hanno ripresentato il trauma originario, e ci hanno messo nelle condizioni di capire e cambiare. Il problema é che nella maggior parte delle volte che i nuovi eventi della vita si presentano, non sappiamo che dobbiamo fermarci a capire, mentre cerchiamo anche di risolvere. Di fatto cerchiamo solo di risolvere, o ci affliggiamo inutilmente sentendoci semplicemente sfortunati.
Fermarci a capire cosa?
Che l’evento in cui siamo incappati contiene sempre un preciso messaggio per noi. Con la meditazione, mettiamo le premesse interiori per distaccarci dalla mischia e la confusione interiori, e poter vedere più chiaramente le cose che ci accadono. La condivisione in un clima di accettazione e di apertura fa il resto, consentendoci di elaborare l’esperienza. La guida spirituale infine ci pone di fronte alla scelta se amare subito o dopo. La purificazione non è altro che la reale possibilità di vivere senza falsità la scelta d’amore. Significa riuscire ad essere coerenti nel comportamento e nei sentimenti con ciò che col pensiero già siamo stati capaci di comprendere, di solito con la guida di un insegnamento religioso. Religione, spiritualità, pratica, vita attiva, diventano un tutt’uno integrato. Usciamo dal dualismo in cui inconsapevolmente siamo entrati per risolvere il conflitto del bisogno di appartenenza, che nasce dal vedere le "diversità" esistenti. Vedendo tali diversità tra uomini e le divisioni infatti, strutturiamo una sorta di ambivalenza spirituale, che ci rende ipocriti o disconfermanti.
La purificazione si ottiene col pieno riconoscimento del nostro limite e la accettazione della nostra miseria interiore. Per accettare tutto ciò la stima di noi stessi dev’essere sufficiente per poterci traghettare al di là del nostro limite, senza tornare indietro o cadere in una profonda crisi depressiva o psicotica. Il senso di solitudine che deriva dal timore di non potere essere amati necessita di amore incondizionato. Ogni volta che riusciamo a dare questo amore a qualcuno, tramite il nostro dono consentiamo all’altro di attraversare il fiume del nostro essere nulla fino all’altra sponda. Entrambi sperimentano di essere una cosa sola e un tutt’uno con lo Cristo.
Decidiamo subito di dedicare la nostra vita all’amore, che possiamo realizzare per fede. La fede ci purifica e la purezza aumenta la nostra fede. Con la fede abbiamo la possibilità di essere amorevoli in modo incondizionato.