4 - Meditazione Cristiana e
relazione con l’anima
di
Enrico Loria
Cari amici,
possiamo dire qualsiasi cosa
sul nostro rapporto con Dio, ma è sempre e solo una nostra personale
esperienza. Niente di più (e anche niente di meno). Dio infatti nessuno lo ha mai
visto. Non possiamo vedere Dio direttamente, ma possiamo solo percepirlo dalle
sue opere, a partire dal nostro corpo. Il motivo per cui non possiamo vedere
Dio è perché vedere Dio è una esperienza definitiva. Non possiamo vedere lui e
rimanere su questa terra, dove abbiamo ancora la possibilità di rifiutarlo. Ciò
premesso, è bello descrivere qualcosa che abbia a che fare con la relazione con
lui.
Istanti di consapevolezza
spirituale.
Mi trovo sotto la doccia in un
momento in cui la mia vita è immersa nella ricerca spirituale. L’acqua calda dà
una piacevole sensazione di conforto fisico e psicologico. I miei occhi sono
chiusi per aumentare la sensazione di piacevolezza. Già da un po’ di tempo mi
accorgo che riesco a mettermi alle spalle la quotidiana consapevolezza della
miseria della vita terrena. Quasi all’improvviso percepisco di essere piccolo.
La mia fragilità è la serena consapevolezza di essere visto da Lui nella mia
interezza corporale e spirituale. Il rendermi conto che Lui è completamente
presente mi commuove. Penso che Lui si è accorto di me, nel senso che mi
riconosce. Ma in che cosa? Nell’essere suo figlio. In un solo istante, senza
che io debba pronunciare parola, lui conosce tutto ciò che avrei da dirgli. Non
ci sono parole. È una consolazione immediata. Con la mano tocco la mia spalla,
come se lui mi rassicurasse sul buon esito di ogni cosa. Lui sa bene che la
dimensione terrena è dura. Conosce le mie prove. Per me è commovente sentirmi
così completamente capito. Poi per un attimo l’acqua diventa più fredda;
succede quando dall’altra parte aprono il rubinetto. Nello stesso momento lui
mi ricorda che già suo figlio, il nostro Gesù, ha accettato di venire nel
freddo della terra per incarnarsi. Freddo rispetto al calore della sua
presenza. E’ come per ricordare anche a me della necessità che anche io accetti
la condizione terrena, così come la sto vivendo, ovvero senza coprirla con
effimere gratificazioni. E’ di nuovo in un istante che l’acqua riprende il suo
confortante calore, ma appena in tempo per aver ricevuto il messaggio
compassionevole che suo figlio stesso ha condiviso, pur essendo Dio, la nostra,
la mia condizione terrena.
Dura poco il tempo di questa
esperienza, ma e giusto il tempo per avere avuto la possibilità di essermi di
nuovo, come in altre occasioni, reso conto dell’eternità del momento presente.
Lui è venuto per un istante a trovarmi, e quasi penso che ora nel riaprire gli
occhi possa addirittura vederlo. So bene, mentre lentamente li riapro, che non
vedrò Lui in persona, ma la trasparente visione di ciò che mi sta attorno. Non
possiamo vedere Dio qui su questa terra, ma solo i segni della sua
presenza-assenza.
Si, accetto. E’ per questo che
hanno un senso i cammini iniziati, anche quando la fatica supera la
gratificazione. Non sono io che sto portando avanti qualcosa per me. Sono io
che da protagonista eseguo il compito di essere servo inutile. Sono io che da
protagonista sono diventato matita nelle sue mani. Io sono.
Questi istanti di
consapevolezza spirituale mi hanno ricordato qualcosa sul significato della
nostra vita. A volte qualcuno mi dice di essere consapevole di non appartenere
a questo mondo, ma di essere qui per volontà del Padre nell’attesa che sia
possibile ricongiungersi con Lui. Quando qualcuno mi dice questo, io penso che
in realtà è così per tutti, la differenza è che qualcuno né è anche consapevole
(illuminazione?).
In verità voglio dire caro
fratello, che tutti, anche tu che stai leggendo, siamo nella stessa privilegiata
condizione di poter aderire, in conseguenza dell’essere incarnati, di essere in
vita, al compito di lavorare perché il Regno di Dio si compia. E questa l’unica
cosa che può dare un significato profondo alla nostra vita.
In che modo la meditazione possa
avere a che fare con tutto questo, cari amici, lascio che siate voi a capirlo.