7 - Meditazione Cristiana e amore
di Enrico Loria
Cari amici,
cosa significa amare lo possiamo capire solo quando facciamo l’esperienza: è la relazione tra un "io" ed un "tu" che diventa un "noi". Ma quante paure sono legate a questo essere così uniti? Come posso essere così unito ed essere allo stesso tempo veramente me stesso? Una canzone sentita alla radio stamattina diceva: "Per dimenticarti sto pensando a me e a te, non mi resta che scordarmi anche di me…"
L’amore che più facilmente siamo portati a vivere è quello reciproco, dove veniamo continuamente ricambiati mentre doniamo le nostre attenzioni. Questa meravigliosa esperienza annulla gran parte (o tutte) le nostre sofferenze. L’altro diventa per noi la fonte della nostra felicità: meno male che siamo capaci di una simile esperienza, che contribuisce al nostro essere inseriti nel mondo.
Cosa accade quando questa reciprocità si interrompe?
Prima o poi accade che una delle due persone impegnate nella relazione incomincia a cambiare e dirige una maggiore attenzione a sé. Inevitabilmente non fornisce più all’altro quella costante attenzione che prima dava senza neanche porsi il dubbio. La conseguenza è che l’altro rivive tutte le sofferenze rimaste non elaborate e che non sentiva più in virtù di quella reciprocità d’amore. Quando questo si verifica pensiamo che l’altro sia responsabile della nostra sofferenza e ci imbarchiamo in una relazione ostile nel tentativo di ripristinare lo stato precedente. Come conseguenza di questo clima ostile anche l’altro membro della relazione risente della perdita delle attenzioni. Si è innescato un processo di differenziazione che tenderebbe se non gestito a procedere inevitabilmente verso una separazione. Spesso va anche bene separarsi, ma non sempre.
Perché la separazione è una perdita di una opportunità di crescita?
Quando ci si trova nella situazione di crisi della relazione, la cosa importante da capire è che è una crisi personale. E’ fondamentale riappropriarsi della consapevolezza che il mio malessere è il mio malessere, e che nel momento della prova la mia prova è tutta per me. Allontanarsi da quella situazione se da un lato può farci riprendere la chiarezza, da un altro lato ci fa perdere la opportunità di comprendere che l’altro è solo una occasione della mia prova. Ci ritroviamo in un reciproco soffrire, con la opportunità unica di condividere con l’altro la nostra miseria, affinché possiamo guarire mediante la scelta di rimanere lì a prendersene cura insieme all’altro.
In cosa consiste l’amore?
L’amore è l’esperienza di donare se stesso per "esserci" affinché l’altro possa confidare in un clima di intimità dove esprimere la propria miseria senza accusare me del modo in cui si sente. E’ una esperienza dove sentendoci completamente accolti (mediante la presenza dell’altro) mentre siamo consapevoli che "il problema è dentro me" e non fuori di me, possiamo fare una esperienza di guarigione.
Quando si ama io e l’altro siamo la stessa cosa. Se passa il sentimento ma rimango profondamente legato ed accetto che questo sia vero, faccio una esperienza d’amore. Non posso più disinteressarmi di noi, di me e di te.
Da cosa abbiamo bisogno di guarire?
Abbiamo bisogno di annullare la separazione nella quale l’uomo è caduto incarnandosi, e che può essere annullata dalla scelta di rimanere in relazione d’amore con l’altro. Abbiamo bisogno di guarire sentendo di appartenere di nuovo ad un tutto che possiamo chiamare Dio. Io, l’altro, e la Sua presenza sono ciò di cui abbiamo veramente bisogno. L’esperienza di amore con l’altro, così come l’ho appena descritta, ci da un anticipo del paradiso, così come possiamo umanamente concepirlo.
La meditazione è una delle tante strade che possiamo percorrere per innescare questo processo di guarigione. E’ la strada che porta dall’Io al Noi, e che è l’essenza di qualsiasi cammino spirituale. Nel fare questo rimango (divento) veramente me stesso perché vivo ciò per cui sono stato creato.