Incontro del 17.04.04 al "Centro Poiesis"

 

"Cosa accade quando smettiamo di meditare".

di Enrico Loria

Meditare ci inserisce nella vita attiva in un modo nuovo. Sappiamo che la nostra mente è come un albero pieno di scimmie che saltano rumorosamente da un ramo all’altro. E’ normale: quando usiamo il computer per esempio assistiamo ad un evento caratterizzato dal succedersi di "rumorini" tipici e da "lucette" che si accendono e si spengono continuamente. Questo ci rassicura perchè indica che il computer sta lavorando correttamente e non si è bloccato. La nostra attività mentale è allo stesso modo un continuo succedersi di elaborazioni dei vissuti relativi alla nostra vita. Sono stimoli complessi che necessitano di molto lavoro per essere integrati.

A loro volta i pensieri sono collegati alle emozioni e al funzionamento del nostro corpo, che non è come una "macchina contenitore" della nostra anima e della nostra mente, ma è un tutt’uno integrato funzionalmente. Emozioni e sintomi fisici danno precisi segnali che indicano il cammino spirituale.

Nella meditazione diamo col mantra uno simolo nuovo alla nostra mente, che mentre può continuare a lavorare come è il suo compito, si libera di tutti gli imput che distraggono, per adagiarsi dolcemente nel silenzio dell’eternità.

In questo modo la nostra anima, non più confusa nei pensieri, ha finalmente un maggiore possibilità di libero accesso allo spirito che continuamente è presente in noi.

Mentre siamo alla Sua presenza, finalmente possiamo dare un significato più profondo alla nostra vita. Abbiamo più possibilità di conoscere la verità.

Tornando poi alla vita attiva siamo più "svegli": vediamo le cose in un modo più complesso e sistemico. Capiamo che un singolo evento, una singola persona, sono inseriti in un qualcosa di più complesso ed assoluto. Di colpo scompare quel particolare sentimento di risentimento, quel pensiero di accusa, e capiamo che la realtà è un sistema complesso che coinvolge in eguale misura tutti gli uomini, e dove i principi di causa ed effetto coinvolgono le persone in un modo complesso e a volte difficile da comprendere. Qualsiasi ragionamento rischia di portarci fuori strada perché sempre costruito da un punto che arbitrariamente nella nostra mente mettiamo come punto d’inizio per spiegare un fenomeno. Capiamo allora che una singola persona da sola non può portare avanti un cammino di salvezza.

Se è da tempo che meditiamo con regolarità, ciò significa che la nostra vita è lentamente molto cambiata, e che siamo inseriti in un modo nuovo in una realtà complessa dove siamo chiamati a svolgere la nostra missione. Il continuo ritornare alla meditazione ci dà la traccia da seguire. Ci dice quando attivarci e quando fermarci. Quando girare o quando proseguire dritti. Umilmente abbiamo da riconoscere che è lo spirito che conduce la danza, e noi partecipiamo fedelmente ad essa come essenziali protagonisti.

Cosa succede se smettiamo di meditare? E’ come chiudere gli occhi mentre stiamo guidando la macchina. Perdiamo la giusta visione che giorno per giorno ci veniva sempre meglio indicata, per riprendere ad agire secondo schemi limitati della nostra mente. Siamo condotti dal nostro ego piuttosto che dal nostro vero sé in cristo.

Le conseguenze non sono così immediate come se chiudessimo gli occhi mentre guidiamo la macchina, ma il risultato alla lunga è altrettanto disastroso.

Questo discorso cari amici non è per mettere paura, o per fare sentire obbligati i meditanti, ma è per sottolineare il significato e l’importanza della meditazione, soprattutto quando oramai l’abbiamo scelta come una guida centrale nella nostra vita. Ciascuno di noi può verificare se ciò che dico può essere vero per sé, e fare le sue personali conclusioni. E’ vero infatti che il nostro cammino procede per prove ed errori, e che ciascuno è chiamato a fare frutto della propria esperienza. Distaccarsi dalla meditazione è una esperienza che facciamo tutti prima o poi, e questo è parte integrante del cammino stesso. La meditazione infatti non può essere produttiva se fatta con disumano mero sforzo di volontà. Altra cosa è l’impegno che uno decide di prendere con se stesso, con lo scopo di prendersi cura di sé. A ciascuno la scelta. Un augurio di buona crescita interiore nella meditazione a tutti.