MOVIMENTO

PSICOSPIRITUALE

 

PER UNA POLITICA SOCIALE E SANITARIA INTEGRATA COL BISOGNO

DI CRESCITA INTERIORE PSICOLOGICA E SPIRITUALE DELL’UOMO.

 

“Capire quindi come si possa favorire la crescita interiore delle persone mentre ci si occupa di loro negli aspetti socio sanitari è l’integrazione che ci attende, la sfida che non possiamo perdere. Non è l’abolizione dei valori e dei dogmi quello che realmente ci occorre, ma che ciascuno possa liberamente scegliere a quali valori e dogmi riferirsi per trovare un senso nella sua propria vita”.

 

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IL DOVERE DI ANDARE AVANTI

 

A tutt’oggi, 11.06.2020, proseguono le opposizioni all’operato del Dott. Enrico Loria, Psichiatra e Psicoterapeuta, nonostante non sia stata ancora mai dimostrata giuridicamente una responsabilità perseguibile nel normale svolgimento del suo lavoro di medico specialista, dopo 31 anni di laurea in Medicina e Chirurgia e 27 di Specializzazione in Psichiatria, dopo aver lavorato nei Centri di Salute Mentale di Sanluri, San Gavino, Isili, Quartu S.E. e Cagliari, nonostante le migliaia di cartelle cliniche dove sono regolarmente riportati i colloqui con le relative terapie farmacologiche e psicoterapeutiche effettuate, dopo alcuni decenni di pratica di psicoterapia di gruppo condotta nella struttura pubblica o nelle associazioni in modo volontario e gratuito. I tentativi di prevaricazione maggiori sono iniziati dieci anni fa, dopo la prima autorizzazione scritta, nel 2010, allo svolgimento dell’esperienza di psicoterapia di gruppo e meditazione (Gruppo Sales) firmata dal Responsabile del Dipartimento di Salute Mentale di allora, e mai revocata con un analogo scritto dai diversi Responsabili che si sono succeduti. In realtà infatti, mettere per iscritto che un determinato tipo di terapia farmacologica o psicologica non può essere effettuata, sarebbe una conferma documentata di prevaricazione. Allora si tenta in tutti i modi possibili di aggirare l’ostacolo, sollevando in modo evidentemente strumentale accuse e relativi provvedimenti, visto che nel normale lavoro di un medico è facile appigliarsi e prendere a pretesto tutte le vicende cliniche del quotidiano, dove chiunque può sollevare obiezioni.

 

Tutte le accuse sollevate, inconsistenti e pretestuose e mai dimostrate, sono originate in realtà dal tentativo (illegittimo) di fermare la sua assistenza alla comunità, ovvero fornire aiuto e cura secondo determinati valori etici e deontologici, per pregiudizi ideologici e culturali sul modello utilizzato, che presuppone un’accoglienza incondizionata della persona con disagio psichico, e per il suo opporsi alle procedure ritenute non regolari secondo i presupposti di legge. Di solito chi viene prevaricato, per salvarsi può reagire nei seguenti modi: adattarsi passivamente, diventare complice del sistema prevaricante, mantenere fermezza sui propri valori cercando a tutti i costi un dialogo per un cambiamento. Quando possibile, attuare la terza via sarebbe la soluzione più efficace per una corretta evoluzione dell’umanità, ma ciascuno ovviamente fa la sua scelta.

 

In realtà, è corretto sottolinearlo, questa terza via può però  implicare un prezzo. Non è solo in termini di fatica, ma anche di gravi conseguenze sul piano lavorativo.

Sono stati, alla data odierna, già inflitti al dott. Enrico Loria 1136 giorni di sospensione dal lavoro, con le comprensibili conseguenze non solo per lui, ma anche e soprattutto per tutte le persone che con lui avrebbero voluto proseguire (o iniziare) il proprio percorso assistenziale.

 

Come può la psichiatria pretendere di rispondere adeguatamente alla sofferenza dell'uomo negando il suo bisogno di trovare il senso nella sua vita? Le persone soffrono e si perdono nella confusione e nel dolore perché non hanno ancora trovato la spiegazione al dramma esistenziale nelle quali, loro malgrado, sono inconsapevolmente immerse. Si ammalano, hanno bisogno di cure, entrano nel circuito complesso della realtà psichiatrica del loro territorio. Quale stimoli e quali risposte noi operatori della psichiatria siamo in grado di dare?

E’ arrivato il momento di ascoltare gli stimoli che arriveranno, secondo i diversi punti di vista, affinché i programmi organizzativi di chi è chiamato a decidere possano essere frutto di un sereno ma intenso dibattito sul problema, affinché ci sia la possibilità di consentire a coloro che lo desiderano di portare vera vita dove ora sembra regnare la morte e la disperazione.

 

CIO’ CHE E’ VERO NON PUO’ ESSERE SCISSO

Perché uno psichiatra che chiede ai suoi pazienti di cercare il senso della loro vita, di fermarsi ad ascoltare i propri bisogni autentici, di prendersi la responsabilità del proprio esistere, di smettere di parlare degli altri e di iniziare a riconoscere se stessi, di considerarsi già amati come figli di un Dio che non dimentica nessuno, di andare oltre tutte le convinzioni erronee e di tutte le illusioni, di scoprire il senso della propria nascita e della propria vita, di vedere una piena realizzazione di Sé nel contatto con ciò che si è veramente nel profondo della propria anima, di abbandonare tutti gli idoli nei quali ci identifichiamo, di riconoscere la propria miseria ed i propri errori come un grazia, di sapere finalmente che nessun merito ci potrà fare conquistare la gioia e che la gioia vera la ritroviamo sempre e solo come un dono incondizionato, di vivere l’amore come unica via di guarigione da tutte le dipendenze, di aprire mediante il dialogo comunitario i grovigli simbiotici nei quali siamo immersi e trovare quindi così, tramite l’amore, la liberazione da tutte le schiavitù esistenziali, perché, mi chiedo, e chiedo a te, uno psichiatra che fa questo, risulta ad alcuni così scomodo?

Alcuni dicono che bisogna tenere separati psicoterapia e spiritualità, ma la verità sulla nostra vita terrena non può essere scissa, non possiamo pensare di trovare sollievo nella sofferenza continuando a negare il nostro bisogno di dare un senso pieno alla nostra vita. Mantenere questa scissione ha l’effetto di prolungare all’infinito la sofferenza umana, cambiandone i connotati, senza risolverla. Una cura farmacologica o un ricovero forzato possono essere utili nella misura in cui servono a diminuire i sintomi di una sindrome clinica, ma tutto questo non serve a nulla se la persona poi non trova il modo di capire l’origine della propria sofferenza.

 

Ciascuno fa il suo, non possiamo sostituirci l’uno con l’altro quando ciascuno trova il suo Vero Sé, la sua vera natura. Io non chiedo agli operatori della psichiatria di aderire a questa visione dell’uomo e della vita, la maggior parte di noi fa benissimo il suo lavoro anche se questo alla fine non risulta integrato. Chiedo solo che non venga impedito a me di esercitare il mio personale modo di manifestarmi e di condurre il mio lavoro, con le persone che liberamente lo gradiscono, lo vogliono, perché ne traggono un grande beneficio. Se la psichiatria del nostro territorio dovesse riuscire nell’intento di fermarmi, non solo sarebbe la sconfitta di tutti coloro che sperano di trovare un raggio di luce nel buio in cui si trovano, ma sarebbe la conferma che questa psichiatria annulla l’individuo e ne macina l’identità, qualsiasi essa sia.

 

E’ nella nostra unicità che troviamo il senso del nostro esistere, una unicità che ci consente finalmente di partecipare ed un tutto comunitario con un senso benevolo ed uno stato d’animo pacificato. Annullare questo processo di riconoscimento della unicità dell’individuo è la causa del disagio psichico più profondo. Poi, se vogliamo, possiamo fare tutte le diagnosi cliniche corrette e proporre tutte le terapie riconosciute ed approvate, ma in realtà abbiamo perso il metodo scientifico, perché non è scientifico negare una parte della verità.

 

La psicoterapia integrata con la spiritualità è uno dei tanti modi possibili di aiutare le persone a trovare se stesse, secondo ciò che sono veramente. Il pregiudizio di una parte della comunità umana vorrebbe una psicoterapia scissa dal cammino interiore spirituale. Noi rispettiamo ogni punto di vista e affermiamo il nostro diritto di utilizzare il modello psicospirituale. Finché ci sono persone che lo gradiscono e traggono beneficio da questo tipo di esperienza abbiamo il dovere di andare avanti.

 

Grazie per la cortese attenzione.

Dott. Enrico Loria

Psichiatra e Psicoterapeuta

360.9149593

enricoloria@tiscali.it

enrico.loria@atssardegna.it