Dove si arriva con la meditazione? di
Enrico Loria (a Giuseppe Sulis, Giuseppina Sulanas, Monica Asili, Simona Soro, Assunta Orani, Rosaria Loi, Grazia Vacca, Federica Calaresu, Adriana Melis, Antonella Marcello, Davide Silanus) Caro lettore, cara lettrice, se sei arrivato a questo punto nella lettura di
questa dispensa sulla meditazione, se stai meditando da un certo periodo
di tempo, allora sei pronto per sapere di più su dove stai andando. Meditare serve ad andare incontro alla verità. La
verità che incontriamo con la meditazione è la consapevolezza profonda
della nostra miseria, e della grandezza di Dio. Se sei da lungo tempo che mediti, allora sarai
certamente arrivato a sentire la tua limitatezza, ti sarai reso conto di
quanto sei piccolo ed impermanente. Magari non hai avuto il coraggio, la
chiarezza, la forza di riconoscere la consapevolezza che stavi avendo, e
hai pensato di esserti sbagliato. Forse hai pensato di essere solo in un
momento negativo. Niente di tutto ciò: è tutto vero. Ma questa
consapevolezza non deve spaventarti, perché è il passo verso la pace e
l’amore di Dio. E’ un passo verso la tua purificazione, che ti tenderà
possibile vederLo. Tanto prima riesci a capire che il Suo amore non può
essere guadagnato, tanto prima smetterai di darti inutilmente da fare. Il
tuo impegno ha valore solo se parte dalla consapevolezza che sei nelle Sue
mani. Se scopri di saper mantenere il desiderio di Dio
nonostante il fatto che ti sia sentito dal lui abbandonato o rifiutato,
allora sarai pronto a ricevere le sue infinite attenzioni e le sue grazie. Ricordi la parabola della donna Cananea? (Mt. 15,
21-28) Essa invoca l’aiuto di Gesù, e continua a chiederlo con fede
anche quando Lui la disconferma non dandole ascolto, e addirittura la
disprezza come non degna di interesse. Il Signore c’invita a riconoscere che solo nel
Padre possiamo trovare l’aiuto e la salvezza che desideriamo. Quando
abbiamo trovato Lui abbiamo trovato tutto: la pace, l’amore, la gioia
che nascono dal renderci conto che non possiamo trovare nulla che sia
migliore o peggiore, perché siamo nell’assoluto. Ma per potere avere una fede così grande è
necessario purificare la nostra anima, perché essa possa vibrare in
sintonia con lo spirito di Dio. La purificazione della nostra anima
avviene nel nostro cammino terreno mediante il superamento di graduali
prove che pian piano, o a volte anche bruscamente, ci fanno perdere il
desiderio delle cose terrene. Arrivare quindi a perdere il significato di
ciò che prima ci conduceva e ci animava, senza riuscire a capire il perché
di tale perdita. E’ necessario per attraversare queste fasi, questi
momenti di crisi, avere il sostegno e l’aiuto di chi conosce la natura
di questi periodi, che diversamente possono essere scambiati per
depressioni cliniche o problemi psicologici in senso stretto. Sono anche
questo, nel senso che la nostra natura umana si manifesta anche così. Arrivare quindi a trovare Dio nel profondo del nostro essere, al di là di qualsiasi ragionamento, è cosa davvero difficile e rara, che richiede un gran desiderio di Dio nel nostro cuore. Un po’ come nel rapporto d’amore tra madre e figlio, o nel rapporto d’amore di coppia, dove la grande base d’amore che si crea all’inizio nell’accudimento e nell’innamoramento, permette l’evoluzione nelle fasi successive, quando si perde il sentimento e il gusto piacevole nello stare insieme. Potresti porti la seguente domanda: quanto sono
capace di mantenere il desiderio di Dio anche quando non ho da lui nessuna
gratificazione? Più semplicemente, potresti interrogarti sulla tua
capacità di mantenere un atteggiamento rispettoso ed amorevole verso la
persona (partner, fratello, figlio, genitore, amico) che ha disconfermato
il tuo bisogno. Voglio dire, quanto reputo che la causa della mia
sofferenza sia riposta nelle persone che non mi hanno dato ciò che
desideravo? Se sei propenso a fare questo tipo di ragionamento e a provare
risentimento verso gli altri, colpevoli di avere mancato nei tuoi
confronti, è probabile che sarai capace di avere lo stesso atteggiamento
verso colui il quale tu devi tutto, ovvero il Creatore. Allora, la consapevolezza di essere piccoli nei
confronti dell’immensità del Divino, ci consente di affidarci al suo
amore, o al contrario ci istiga verso una cieca ribellione. E’ per questo che è necessario avere aiuto e
sostegno per essere correttamente guidati nel momento in cui ci
avviciniamo al momento della prova più difficile: quella della
consapevolezza della nostra separazione da Dio, e della necessità di
dovere ricorrere a lui infinitamente grande e misericordioso. Carissimo lettore, non aspettare altro tempo, cura
la tua ricerca spirituale per potere compiere il cammino più importante
che hai da fare. Il cammino che ti conduce verso il tuo centro d’amore,
dove percepisci la presenza dello spirito. La meditazione, così come ogni altra forma di
preghiera, ti conduce lentamente ma progressivamente a compiere il cammino
di cui hai bisogno. Ti porta ad avere sempre più una tua “vita
interiore”. Che la pace e l’amore di Dio possano accompagnarti
sempre.
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