Essere autentici. 

E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere». (Dal Vangelo secondo Matteo 11,19).

E' un invito a stare fuori dal moralismo cieco per essere invece autentici.
Quanti limiti posso mettere alla libera espressione del mio vero sè, semplicemente perchè utilizzo la forza degli schemi mentali?

Mi lascio andare alla tenera visione del mio cuore.
Da lì tutto appare diverso. Sono sensibile e comprensivo della difficoltà dell'umanità intera.
Straniero tra la folla osservo, astenendomi dal giudizio.
Ogni volta che insorge un pensiero critico, so che è il rifiuto di una parte di me verso me stesso.
Inconsapevole di questo, per difendermi proietto sull'altro qualcosa che in realtà è un aspetto di me stesso che rimane ancora in ombra.

Respiro profondamente. Scelgo di stare nel luogo dove non esiste timore.
Anche tu straniero tra la folla, unisciti a me in questo intento.
Semplicemente stare, nel presente, con l'altro.

Con affetto, Enrico.

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