I conflitti (di Don Giuseppe Casti - E' bello che tu ci sia)
Essere protagonisti vincenti sulla scena di questo mondo vuol dire, in altre parole, essere sempre in guerra. Perché i pretendenti protagonisti sono molti. Questa guerra di trincea combattuta all'arma bianca, per prevalere sugli altri, avere successo e ricchezza, genera molti conflitti e nemici. A volte nella cerchia stessa della famiglia, del gruppo di amici, della comunità religiosa. L‟invidia e la gelosia sono surrogati indispensabili della bramosia. Ma una vita sovraeccitata, superattiva, spesa all'insegna dell'eroina va incontro a un tracollo esistenziale. Ci si rimette, allora, nelle mani degli psicologi, e diventiamo "oggetto" di analisi e cure.
La salvezza inizia quando l‟uomo, invece di essere trattato come oggetto di analisi, prende coscienza che deve rimettersi in sesto. Bisogna che si renda conto lui stesso che le situazioni conflittuali che l'oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti nella sua anima, e che quindi deve sforzarsi di superare il proprio conflitto interiore per potersi così rivolgere ai suoi simili da uomo trasformato, pacificato, e allacciare con loro relazioni nuove, trasformate. Indubbiamente, per sua natura, l‟uomo cerca di eludere questa svolta decisiva che ferisce in profondità il suo rapporto abituale con il mondo.
E' la tua trasformazione che contribuisce alla trasformazione del mondo.
Cominciare da se stessi: ecco l‟unica cosa che conta. In questo istante non mi devo occupare di altro al mondo che non sia questo inizio. Ogni altra presa di posizione mi distoglie da questo inizio, intacca la mia risolutezza nel metterlo in opera e finisce nel far fallire completamente questa audace impresa. Il punto di Archimede a partire dal quale posso da parte mia sollevare il mondo è la trasformazione di me stesso. Se invece pongo due punti di appoggio, uno qui nella mia anima e l‟altro nell'anima di colui che è in conflitto con me, quell'unico punto sul quale mi si era aperta una prospettiva, mi sfugge immediatamente. Quando l‟uomo ha trovato la pace in se stesso, può mettersi a cercarla nel mondo intero.
Ma per essere all'altezza di questo grande compito, l'uomo deve innanzitutto, al di là della farragine di cose senza valore che ingombra la sua vita, raggiungere il suo sé, deve trovare se stesso, non l‟io ovvio dell'individuo egocentrico, ma il sé profondo della persona che vive con il mondo. E anche qui tutte le nostre abitudini ci sono di ostacolo.