Poiesisolidale  

Per promuovere la cultura della solidarietà abbiamo bisogno anche di te.

 

 

 L’associazione è anche rappresentata nel nuovo sito:

www.poiesisolidale.eu

 

L’iniziativa nasce nel “Centro Poiesis” per favorire le sue attività, tutte finalizzate alla relazione di aiuto alla persona, per la crescita sociale, psicologica e spirituale mediante il valore della solidarietà, al fine di arrecare beneficio diretto a favore di persone svantaggiate in ragione delle condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari.

 

FONDATO DA ENRICO LORIA

 

La solidarietà è un valore che origina e si esprime partendo dalla consapevolezza del senso della propria vita, e si realizza in modo autentico quando il bisogno profondo della persona coincide con la necessità di essere sensibili alle difficoltà umane del prossimo. Per essere solidali in modo autentico bisogna aver superato la tendenza naturale degli individui ad instaurare “relazioni strumentali”, ovvero attivarsi ed interagire sulla base del proprio interesse personale. Anche la gestione delle risorse economiche deve partire dalla consapevolezza che tutto ciò che si possiede è un dono, e che ciascuno può quindi scegliere di diventare come un “amministratore della provvidenza”, ovvero mettere a disposizione della comunità umana le risorse che la vita ha fornito per compiere il cammino esistenziale. Non poniamo barriere ideologiche al nostro operare sulla quantità delle risorse materiali, perché l'uomo ricco non è chi possiede molti soldi, ma colui che cerca di coprire il disagio esistenziale con i beni materiali, a prescindere da quanti ne possiede, e l'uomo povero non è colui che non ha risorse materiali, ma colui che si abbandona alla relazione con gli altri senza preoccuparsi di quanto gli convenga. Con “poiesiSolidale” scegliamo quindi di compiere il cammino per diventare “poveri di spirito”, ovvero per quanto possibile abbandonare la preoccupazione per la sopravvivenza materiale, e coltivare il dono della sensibilità nelle relazioni

L’Associazione Poiesisolidale può organizzare eventi di qualsiasi tipo, finalizzati alla raccolta fondi, purché gli eventi non siano in contrasto con i valori umani portati avanti dalla associazione, e promuovano i talenti individuali al servizio di tutti.

L’associazione può condurre un centro di ascolto, come momento di prima accoglienza del bisogno consapevole o inconsapevole di crescita personale, con lo scopo di avviare la persona verso un cammino adatto alle sue personali caratteristiche.

L’associazione può organizzare e sostenere un centro di accoglienza, qui definito come “casa poiesisolidale”, ovvero una abitazione adatta alla realizzazione di momenti comunitari, occasionali o sistematici, o la coabitazione occasionale o periodica di alcuni soci, che organizzano nella “casa poiesisolidale” attività di solidarietà rivolte sia ai soci, sia alle persone esterne invitate dalla associazione, con lo scopo di favorire la socializzazione solidale.

Il sostegno e l’educazione alla solidarietà viene rivolto con particolare attenzione anche alla collaborazione con l’Associazione Istituto Sales, alla quale si chiede di contribuire con il suo operato alla crescita interiore delle persone. Tale collaborazione viene condotta nel rispetto delle finalità e scopi dell’Istituto Sales, secondo il proprio statuto e la propria organizzazione interna.

 

 

STATUTO

 

Non di solo pane

Oltre l’abitare

Polo Etico - Giuridico

L’ultimo viaggio

Sentieri si incontrano

poiesisolidale sostiene le iniziative in collaborazione con Centro Poiesis, Istituto Sales, Gitani.

 

NON SONO PREVISTE QUOTE ASSOCIATIVE MA SOLO EVENTUALI CONTRIBUTI SPONTANEI

 

 


 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,25-37.


Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
Costui rispose:
«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: « Va' e anche tu fa' lo stesso ».

 

Cari amici, nel tentativo di amare l'altro incontro la mia umanità limitata. Chi è il mio prossimo? Cos'è un vero sentimento di compassione?

Sono domande a cui è difficile rispondere...

Colpisce nel profondo vedere un uomo derubato di tutto ciò che ha, e picchiato da più persone per vincere il suo normale istinto di difendersi.

Colpisce vedere che degli uomini possono essere capaci, anche inconsapevolmente, di una tale triste esperienza.

Arrivare a non avere più forze perché sopraffatti dalle difficoltà della vita e dalla cattiveria umana è una esperienza che tutti noi prima o poi ci troviamo a fare.

Non è ancora la morte, ma è la sua anticamera, perché anche la morte ha la stessa matrice: la mancanza di amore.

Il mio prossimo è colui che incontro nella sua umanità sofferente.

Siamo capaci di essere moribondi che camminano, in piedi nonostante tutto.

Siamo capaci di nascondere il nostro dolore più profondo, perché su questa terra sembra non esserci uno spazio adeguato per la resa.

Ma a cosa dovrei arrendermi? Dovrei arrendermi alla speranza, che è più forte dell'evidenza.

Dovrei arrendermi dal nascondere la paura di vivere, la disperazione della solitudine, il dolore della povertà.

Arrendermi significa accettare la mia infinita tristezza per la mancanza di amore, e mostrarmi all'umanità senza la vergogna dei miei sentimenti.

Perché intorno a me chi mi osserva aspetta di incontrarmi, per conoscermi.

Amare il prossimo è osservare ciò che accade intorno a me, per vedere. Nel vedere, come posso far finta di nulla?

 


 

Presidente: Enrico Loria

 

C.F. 92221670927

 

C.F. ASSOCIAZIONE CENTRO POIESIS: 92140280923

Per eventuali contributi spontanei al "Centro Poiesis":

c/c Banca di Cagliari - CODICE IBAN: IT 11 E 07096 04801 000000003270